Percorsi di lettura

Articoli archiviati

Romanzo gotico: origini, caratteristiche e classici da leggere

Quello del romanzo gotico (tornato molto in auge negli ultimi anni, anche grazie alle nuove aesthetic dei social network e al successo sul #BookTok dei libri Dark Academia) è un genere letterario in cui predomina un’atmosfera cupa e misteriosa, accompagnata da sfumature fantastiche e spesso mostruose.

Generalmente si tratta infatti di narrazioni in cui si accenna alla presenza di elementi irrazionali e sovrannaturali, che non sempre possono essere spiegati o colti fino in fondo, e che riescono a suscitare inquietudine proprio perché restano sullo sfondo.

Non a caso, lo scrittore statunitense H. P. Lovecraft (1890-1937) sosteneva che “la paura più antica è quella dell’ignoto”, a dimostrazione dell’impatto psicologico che possono avere sui personaggi (e sui lettori) gli aspetti più terrificanti e tenebrosi di un romanzo gotico.

Caratteristiche del romanzo gotico sono quindi, in primo luogo, l’ambientazione tetra e uno spiccato ricorso alla suspense: se da una parte vengono infatti descritti antichi castelli abbandonati, case diroccate, paesini isolati e altri setting decadenti, dall’altra parte è fondamentale accompagnare alla loro presenza un’angoscia crescente, un senso di smarrimento e di allerta, che permette di immedesimarsi il più possibile nel testo (specie durante le sue immancabili scene notturne).

A figurare spesso nel romanzo gotico sono, di conseguenza, giovani donne rese prigioniere o soggette (al pari dei personaggi maschili) a ogni sorta di turba psichica, che non riuscendo a distinguere la realtà dall’immaginazione tendono a mettere in dubbio ogni dettaglio, ritrovandosi vittime delle loro stesse pulsioni e, non di rado, di creature tutt’altro che rassicuranti.
Zombie, vampiri, fantasmi e stregoni sono non a caso solo alcune delle presenze ricorrenti nei romanzi gotici classici, a cui talvolta si aggiungono scene violente, con tanto di sangue e morti cruente.
Per ricordare facilmente questi tratti basta tenere a mente i tre significati dell’aggettivo gotico, che di fatto sono proprio medievale (in senso soprattutto architettonico), spaventoso e barbarico, e a cui va aggiunta l’ultima caratteristica principale dei romanzi in questione – ovvero l’isolamento in cui versano di solito i personaggi della storia, o per via della distanza geografica dai grandi centri abitati o per via della loro emarginazione sociale.

Quando e dove nasce il romanzo gotico?

Quanto alla sua origine, il romanzo gotico ha iniziato a svilupparsi in Inghilterra nella seconda metà del Settecento con testi quali Il vecchio barone inglese di Clara Reeve, Vathek di William Beckford, Il monaco di Matthew Gregory Lewis, Melmoth l’errante di Charles Robert Maturin e Il vampiro di John William Polidori, per poi essere praticato in tutta Europa nel corso del XIX secolo.
La sua nascita si deve dunque alla crescente alfabetizzazione della media borghesia, che cerca nella letteratura cerca quante più occasioni di evasione possibile e che detta il gusto dei nuovi romanzi di consumo di età industriale.
Ci troviamo in un’epoca in cui il razionalismo e l’illuminismo hanno provato a dimostrare ogni cosa attraverso l’uso della ragione, smantellando così superstizioni e credenze popolari.
L’interesse per quello che resta ai margini del conoscibile, e che continua a esercitare un’attrazione magnetica e sinistra sulla popolazione, non può però che sopravvivere nelle arti e nella letteratura, portando alla ribalta l’orrido e la sua mescolanza con la magia, con la religione e con le cosiddette ghost stories.
Più nello specifico, il primo autore ad avere scritto un vero e proprio romanzo gotico è da molti considerato Horace Walpole (1717-1797) con il suo Il castello di Otranto (Newton Compton, traduzione di Mario Prayer), pubblicato per la prima volta nel 1764: la vicenda si svolge nel Duecento e vede intrecciarsi una preoccupante profezia con la successione al trono del principe Manfredi, in una finzione letteraria legata al ritrovamento di un vecchio manoscritto.
Nel suo mélange di realismo e di grottesco, in cui non mancano passaggi segreti, misteri da svelare e minacce dietro l’angolo, l’opera riesce a diventare un modello a cui si ispireranno nei secoli molti intellettuali.

Romanzi gotici ambientati in Italia

Proprio come accade con Il castello di Otranto, peraltro, il territorio italiano rientra ben presto fra le scenografie ricorrenti del romanzo gotico, che nei suoi borghi arroccati e nelle sue tradizioni millenarie trova un contesto ideale per le sue storie più lugubri – verosimilmente su spinta del Grand Tour che la giovane nobiltà europea intraprendeva intanto dal nord al sud della penisola già a partire dal Seicento. Pensiamo per esempio a Romanzo siciliano (Beat, traduzione di Rita Bernini) di Ann Radcliffe (1764-1823), ambientato nella Sicilia fosca e magnificente del XVI secolo, ma anche a Malombra (Garzanti, introduzione di Luigi Baldacci) di Antonio Fogazzaro (1842-1911), considerato uno fra i migliori romanzi gotici italiani, che descrive fra le sue pagine il non meglio noto paesino di R. sulle rive di un lago lombardo.
Per non parlare delle numerose influenze del romanzo gotico su altri generi letterari che hanno a cuore l’Italia – il noir, il thriller e perfino il romanzo storico, come possiamo osservare negli stessi Promessi sposi (Garzanti) di Alessandro Manzoni (1785-1873): dal pericolo corso da Lucia nel maniero dell’Innominato alla stessa persecuzione ai suoi danni da parte di don Rodrigo, passando per il capitolo dedicato alla monaca di Monza, al cui interno la costrizione dispotica si affianca alla clausura, ai rapimenti e a torbidi sviluppi.

Romanzi gotici da leggere
Al di là dei nomi già citati, che certamente hanno contribuito a rendere illustre il genere del romanzo gotico, esistono numerosi altri titoli apparsi fra l’Ottocento e il Novecento e capaci di spiccare per fascino e originalità, nonché per il grande riscontro di pubblico e di critica che continuano ad avere fino ai nostri giorni.

Di seguito ve ne proponiamo una selezione che non pretende di essere esaustiva e le cui opere sono presentate in ordine di prima pubblicazione, attraverso la quale farsi un’idea dei più famosi romanzi gotici moderni, da utilizzare come possibile punto di partenza per ulteriori approfondimenti sul tema. Partiamo con La vampira (Garzanti, traduzione di Nicoletta Giacon) di Ernst T. A. Hoffmann (1776-1822), ovvero la breve storia della bella Aurelia, figlia di una vecchia e ripugnante baronessa. La giovane conquista il cuore del conte Ippolito e diventa sua moglie, anche se la morte improvvisa dell’anziana madre turberà la felicità dei giovani sposi. Tormentata da alcuni oscuri episodi del passato, Aurelia inizia infatti a comportarsi in modo inquietante: perde l’appetito, il suo volto sfiorisce, e si manifesta in lei un’inspiegabile attrazione per i cimiteri…

L’Abbazia di Northanger (Garzanti, traduzione di Teresa Pintacuda) di Jane Austen (1775-1817), ha invece per protagonista l’omonima dimora medievale della famiglia Tilney, nella quale è ospite Catherine Morland. Appassionata di romanzi gotici e incoraggiata dalla sua indole romantica e un po’ ingenua, la giovane donna si convince che il posto sia circondato da un alone di mistero e di delitti, e si sente succube delle intenzioni dei suoi proprietari fino a quando non viene riportata bruscamente con i piedi per terra. E chiudiamo in bellezza con Rebecca la prima moglie (il Saggiatore, traduzione di Marina Morpurgo) di Daphne du Maurier (1907-1989), romanzo gotico che in un castello della Cornovaglia vede risvegliarsi all’improvviso il ricordo della defunta moglie di Maxim de Winter. L’uomo, che vorrebbe risposarsi con una tenera dama di compagnia, deve quindi fare i conti giorno dopo giorno con questa presenza inquietante, mentre l’amore della sua fidanzata lo spinge a cercare disperatamente una soluzione…

Posted in: Default category

Leave a comment