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Libri giapponesi da leggere, dai classici ai contemporanei
Grazie a una tradizione letteraria antica e complessa, sono numerosi i libri giapponesi arrivati (e in arrivo) sugli scaffali delle librerie italiane, dai classici millenari ai romanzi moderni e contemporanei.
Paese amatissimo dai turisti di tutto il mondo (tanto da essersi ritrovata a gestire diversi casi di overtourism, di recente), il Giappone è altrettanto presente e apprezzato per le sue opere di narrativa, oltre che per la grande produzione di manga, fumetti giapponesi che in Italia (e non solo) hanno trovato un florido pubblico.
Come accade ogni volta che ci si affaccia sul panorama letterario di una nazione lontana, però, anche davanti alla vastità e all’eterogeneità della letteratura giapponese può capitare di domandarsi: da dove cominciare? Negli anni, infatti, sono giunti nel nostro paese non solo grandi autrici e autori giapponesi di fama mondiale, come Banana Yoshimoto o Haruki Murakami, ma anche molti romanzi meno conosciuti e ugualmente capaci di evocare le atmosfere della società e della cultura giapponese.
Cultura che non smette di affascinare autrici e autori di ogni nazionalità, che hanno scritto libri ambientati nel Paese del Sol Levante: è il caso, per fare un celebre esempio, del romanzo bestseller dello scrittore statunitense Arthur Golden, poi adattato in un omonimo film, Memorie di una geisha (Tea, traduzione di Donatella Pini), e di molti altri.
Prima di parlare dei libri giapponesi contemporanei, però, dobbiamo risalire alle origini della produzione letteraria di questo paese.
La storia della letteratura giapponese è ampia e stratificata, e soprattutto nelle sue fasi d’esordio deve molto al legame con la cultura e la scrittura cinese, oltre che con il pensiero buddista.
Andate perdute molte delle opere più antiche, facciamo risalire i primi testi di letteratura giapponese al periodo Nara (VIII secolo d.C.), al quale appartiene il più antico testo di narrativa giapponese, il Kojiki (traducibile con “vecchie cose scritte”), composto da canzoni, poesie, leggende e cronache storiche. Risalgono a questo periodo anche raccolte poetiche come il Kaifūsō e il Man’yōshū (“Raccolta di diecimila foglie”).
Segue il periodo Heian (VIII-XII secolo d.C.), una fase della storia del Giappone molto prolifica anche dal punto di vista letterario. Attorno all’ambiente dell’aristocrazia e della Corte dell’imperatore si sviluppano alcuni dei capolavori della letteratura giapponese, come La storia di Genji (Genji monogatari), risalente all’XI secolo e pubblicato in Italia da Einaudi (a cura di Maria Teresa Orsi). Il Genji monogatari è definito come uno dei primi romanzi giapponesi e spesso anche come il primo romanzo psicologico. Realizzato dalla poetessa, scrittrice e dama di corte Murasaki Shikibu, l’opera racconta la vita e gli amori di Genji, figlio dell’imperatore e di una concubina, tratteggiando gli usi e i costumi dell’alta società dell’anno Mille.
I periodi successivi, chiamati Kamakura (1185-1333) e Morumachi (1333-1573), vedono l’affermarsi della classe guerriera. Questa fase della storia e della letteratura giapponese è segnata dai numerosi conflitti interni, descritti nei gunki monogatari (“racconti di guerra”). Non mancano però altri generi, come quello del teatro nō e della narrativa di viaggio.
Passando per l’incontro con la civiltà europea (avvenuto intorno al 1542 per mano di navigatori portoghesi) arriviamo al periodo Edo (1603-1868), che osserva una maggiore stabilità e un’allargamento dell’istruzione. Si affermano toni più popolari, leggeri e divertenti, attraverso il genere gesaku (“opere scritte per divertimento”) e lo sviluppo della poesia haiku, espressione di uno stile sintetico e privo di fronzoli.
Arriviamo quindi all’epoca Meiji: collocata tra il 1868 e il 1912, vede l’affermarsi del romanzo moderno, anche attraverso lo scambio con l’Occidente e l’influenza del naturalismo e del romanticismo. Grande spazio viene lasciato alla critica della società e alla componente psicologica. In questo periodo ricordiamo soprattutto le opere di Natsume Sōseki, autore, tra gli altri, di Io sono un gatto (BEAT, traduzione di Antonietta Pastore). Il romanzo ha per protagonista il gatto Senza nome, attraverso cui osserviamo ciò che sta avvenendo nel mondo intellettuale (e non solo) del Giappone di inizio Novecento, tra tradizione e modernità, spavalderia e goffaggine.
Attivo in questo periodo è anche lo scrittore e poeta Ryūnosuke Akutagawa, importante autore di racconti (Rashōmon e altri racconti, Einaudi, traduzione di Antonietta Pastore, Laura Testaverde, Lydia Origlia) a cui oggi è intitolato uno dei principali premi letterari giapponesi.
Nei decenni seguenti troviamo altri grandi autori giapponesi: Kawabata Yasunari, primo scrittore giapponese a vincere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1968, pubblica nel 1935 il suo capolavoro, Il paese delle nevi, la storia d’amore tra Shimamura (un esteta di Tokyo) e Komako (una geisha), sullo sfondo di un paese termale immerso nella neve.
Durante i tragici anni del secondo conflitto mondiale, che saranno poi raccontati in opere come quelle di Ibuse Masuji (La pioggia nera, 1965, Marsilio, traduzione di Luisa Bienati), avviene la pubblicazione a puntate del capolavoro di Jun’ichirō Tanizaki, Neve sottile (Guanda, traduzione di Olga Ceretti Borsini). Un romanzo censurato dal governo giapponese per la sua posizione critica e sfiduciata verso la guerra, al cui centro troviamo quattro sorelle della borghesia di Osaka e la loro attenta descrizione psicologica e affettiva.
Senza dimenticare la letteratura di genere investigativo con Il detective Kindaichi (Sellerio, traduzione di Francesco Vitucci) di Yokomizo Seishi, pubblicato nel 1946, concludiamo questa rapida panoramica sui libri giapponesi classici con Osamu Dazai e il suo Lo squalificato, opera del 1948 che affronta la solitudine e il tormento di un uomo incapace di adeguarsi alla società.
Temi simili a quelli affrontati da Confessioni di una maschera di Yukio Mishima (Marsilio, traduzione di Marcella Bonsanti) nel quale il protagonista affronta e cerca di nascondere i propri “desideri inammissibili” verso i corpi maschili.
Passiamo ora a presentare una lista (che non ha la pretesa di essere esaustiva, come detto, e che aggiorneremo periodicamente) dei principali libri giapponesi contemporanei, pubblicati dagli anni ’50 del Novecento a oggi, tra ambientazioni, trame e personaggi sempre differenti.
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