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Branciforti in Sicilia nel Seicento. Collezionismo e ideologia (I)

Riferimento: 9788865576076

Editore: De Luca Editori d'Arte
Autore: Abbate Vincenzo
Collana: Cammei
In commercio dal: 03 Settembre 2024
Pagine: 208 p., Libro in brossura
EAN: 9788865576076
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Branciforti in Sicilia nel Seicento. Collezionismo e ideologia (I)

Branciforti in Sicilia nel Seicento. Collezionismo e ideologia (I)

 

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Descrizione

Con i Branciforti (o Branciforte) siamo di fronte ad uno dei più illustri e potenti casati della nobiltà siciliana, uno dei tanti emergenti, gli stessi che tra il Cinque ed il Seicento per natali, titoli, ruolo, capacità, ambizioni, stile di vita e idee permisero insieme con le oligarchie locali e i patriziati urbani quel processo di graduale integrazione e di formazione di un'élite sovralocale, 'italiana' sotto l'egida dell'autorità spagnola. Il carattere cosmopolita di codeste classi di potere avrebbe contribuito a sfatare del tutto il mito di quella Sicilia 'chiusa' e 'isolata', sostenuto in passato da tanta storiografia. A questa terra, intellettualmente partecipe in pieno del dibattito nazionale ed europeo, e negli aspetti più vari, è dedicato questo libro a conferma di una condivisione di intenti e soprattutto di ideologie che permearono il Seicento, il secolo del grande collezionismo e del barocco. I Branciforti nei vari rami di famiglia ripopolarono feudi, ne intensificarono le colture, diedero vita alla nascita di nuovi centri abitati, ne esercitarono la giustizia mirando comunque ad un anelito comune: l'esercizo del vivere virtuoso nel pieno rispetto della natura, una natura portatrice di bellezza e di serenità d'animo lontano, molto lontano, dalle insane piazze, quelle della mischia, dei veleni e delle invidie. Su tali scelte - promotori di una cultura densa di stimoli antiquari, mecenati di letterati, artisti e musicisti presso le loro corti, raffinati committenti di opere d'arte - si fecero tutti, per quanto in misura diversa e con i dovuti distinguo, portavoce e sostenitori di istanze filosofico-morali che a cavallo tra Cinque e Seicento e giù di lì per buona parte del secolo trovarono innegabile punto di riferimento negli insegnamenti e nel dibattito promosso dalle opere di eminenti personalità dell'epoca come Juste Lipsius (1547-1606), Guillaume du Vair (1556-1621) ed altri ancora, vale a dire coloro che con il loro pensiero contribuirono in maniera determinante alla fortuna dello stoicismo all'interno dell'apologetica cattolica del Seicento.