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La guerra e gli economisti

Riferimento: 9788862278638

Editore: Fabrizio Serra Editore
Collana: Il pensiero economico italiano
In commercio dal: 2016
Pagine: 136 p., Libro in brossura
EAN: 9788862278638
95,00 €
IVA inclusa
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Descrizione

Il 'secolo breve' inizia con la Prima Guerra Mondiale: di cui, dunque, diviene fondamentale ricostruire non solo la logica interna di sviluppo, su ogni piano, ma anche le cause od origini, prossime e remote. Al tema dell'imperialismo come origine della Grande Guerra, del resto, furono dedicate importanti pagine di analisi, anche da parte degli economisti, di ogni Paese e di ogni scuola, da quella marxista a quella marginalista, da Vladimir Lenin a Vilfredo Pareto. Con la Prima Guerra Mondiale l'attenzione degli economisti italiani per l'evento bellico subisce un salto di qualità: a cominciare dal 1914, la guerra rappresenta per gli economisti un tema ineludibile: per ricercarne le cause, per analizzarne le conseguenze sul piano economico, sociale e politico, nonché su quello della finanza pubblica. Gli studiosi di economia propongono analisi scientifiche sia per decifrare della guerra gli aspetti economici in senso stretto, sia per analizzarne le conseguenze sociali e politiche. Anche sul piano morale e politico, tuttavia, gli economisti sono coinvolti dal conflitto, come dimostra l'assiduità del loro impegno giornalistico e pubblicistico, tipico del panorama italiano. Impegno che non si limita all'analisi critica della politica economica dei governi che si succedono, ma si confronta con tutti gli aspetti della vita del Paese, a cominciare dal tema dell'interventismo, cioè della scelta di fronte alla quale l'Italia si trova tra il 1914 e il 1915.