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Matteo di Giovanni e Piero della Francesca. Studi sulla ricomposizione del Trittico di Val d'Africa. Ediz. a colori

Riferimento: 9788892800786

Editore: EDIFIR
Collana: Arte
Pagine: 152
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 22 Ottobre 2024
EAN: 9788892800786
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Descrizione

Borgo Sansepolcro è uno scrigno di tesori che custodisce opere non soltanto del più illustre e conosciuto concittadino, Piero della Francesca, ma anche di tanti altri capaci e riconosciuti artisti, fra cui Matteo di Giovanni. Il volume tratta dell'intervento di restauro fatto sul suo Trittico di San Giovanni in Val d'Afra, conservato nel Museo Civico di Sansepolcro, che racchiudeva prima delle dispersioni ottocentesche Il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca oggi alla National Gallery di Londra. Per questo motivo, oltre al restauro, il libro tratta anche del rapporto fra i due artisti. L'opera, infatti, nella sua complessità, è ancora in grado di mostrare, nonostante la parziale scomposizione, le relazioni che intercorrono tra la parte visibile a Sansepolcro dipinta da Matteo di Giovanni e quella di Piero custodita a Londra. Facendo un raffronto fra le due parti, ancora oggi colpisce la differenza rilevabile in termini di stile, approcci e restituzione qualitativa. Ciò emerge nitidamente perché i due artisti erano rispettivamente legati a canoni molto differenti. Tuttavia, sulle parti dipinte da Matteo di Giovanni si possono riscontrare elementi che si differenziano sensibilmente dal suo stile precedente: è pertanto probabile che innanzi al tratto definito e luminoso, quasi metafisico di Piero, la pittura di Matteo di Giovanni sia in parte mutata prendendo ispirazione da quella del collega concittadino che già al tempo doveva apparire estremante innovativa. In termini pittorici, dunque, l'assenza di Piero può essere oggi riletta come l'essenza attraverso la quale ricreare una relazione tra dipinti che, anche quando erano uno accanto agli altri, si sono sempre trovati a convivere con un'ossimorica condizione di vicina lontananza, dalla quale traspariva l'eccezionale ricchezza artistica del territorio valtiberino.