Libro acquistabile con carte di credito e carte prepagate Postepay.

 

Libro acquistabile con Carta Docente.

 

Libro acquistabile con Carta Cultura Giovani e Carta del Merito.

 

Libro acquistabile in tre rate mensili Klarna.

 

Il costo del libro sarà addebitato solo all’avvio della consegna.

 

Scegli il punto di ritiro dei libri più comodo.

I collegia nell'antica Roma. Sulle tracce di quella libertà associativa quae pactionem atque coniurationem aduersus rem publicam

Riferimento: 9791259944184

Editore: Aracne (Genzano di Roma)
Autore: Minasola Castrenze
Pagine: 376
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 03 Gennaio 2022
EAN: 9791259944184
Non disponibile
25,00 €
IVA inclusa
Quantità

Descrizione

La libertà associativa è certamente un diritto fondamentale per la migliore realizzazione degli interessi assistenziali, professionali, politici o anche solo conviviali di ogni cittadino, ma quali sono i suoi limiti e quale il difficile equilibrio tra gli interessi e gli scopi associativi e quelli dell'ordinamento giuridico generale: si è tentato in questo lavoro di dare qualche risposta attraverso l'analisi dell'esperienza giuridica romana, in primo luogo mirando ad una revisione dell'indirizzo dottrinale tradizionale che limita al solo periodo tardo-repubblicano la partecipazione dei collegia alla lotta politico-costituzionale. Seguendo, inoltre, alcuni possibili percorsi di circolazione dei principi elaborati nella materia associativa dal diritto romano, medievale e moderno, si è cercato di delineare gli elementi essenziali per un modello di responsabilità criminale dei collegia in grado di fare apprezzare la rilevanza autonoma delle condotte illecite riferibili ai collegia, nel loro complesso, rispetto ai comportamenti illeciti riferibili ai singoli sodales. Premessi, inoltre, brevi cenni alle problematiche connesse al noto principio «societas delinquere non potest», riferibile più in generale a tutti gli enti collettivi, all'esito della ricerca, si è proposto il conio di un 'nuovo' brocardo, collegium delinquere potest, come possibile sintetica e specifica rappresentazione (rispetto alle societates) della capacità a delinquere dei collegia romani adversus rem publicam, in relazione al mutevole contenuto che tale ultima locuzione (e quella connessa di utilitas civitatis) assume nel corso dell'esperienza storico-costituzionale romana.