Libro acquistabile con carte di credito e carte prepagate Postepay.

 

Libro acquistabile con Carta Docente.

 

Libro acquistabile con Carta Cultura Giovani e Carta del Merito.

 

Libro acquistabile in tre rate mensili Klarna.

 

Il costo del libro sarà addebitato solo all’avvio della consegna.

 

Scegli il punto di ritiro dei libri più comodo.

Lettere a una professoressa contro la disinformazione

Riferimento: 9791254941546

Editore: Baldini + Castoldi
Autore: Montani Luca
Collana: Le formiche
Pagine: 208
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 07 Giugno 2024
EAN: 9791254941546
Disp. in 1/2 gg lavorativi
18,00 €
IVA inclusa
Quantità

Descrizione

Nel 1967 esce "Lettera a una professoressa" scritto da don Lorenzo Milani e dai ragazzi della scuola di Barbiana. Un libro manifesto, un invito a organizzare le retrovie per l'emancipazione di interi strati sociali attanagliati da analfabetismo e miseria (che poi, a ben vedere, sono la medesima cosa). Come allora, anche oggi abbiamo un'emergenza disfunzionale, che interessa tutti. Questo è un carteggio con un'insegnante che ha lasciato la scuola perché non ha trovato gli anticorpi per difendersi dal virus del momento: l'emotività in rete. Dall'eccesso di emozioni all'infodemia il passo è stato troppo breve. Perché un'insegnante? Perché la scuola? Tutti noi facciamo riferimento a quel mondo di professioni e di valori, o per prenderne le distanze, o per complimentarci. Ogni famiglia ha a che fare con la scuola dei figli. All'autore interessa la lateralità dei suoi sguardi, l'effetto specchio, tanto prezioso quanto accecante perché illude e disorienta. Ancora meglio: si è rivolto all'insegnante per confrontarsi sul ruolo che la scuola potrebbe avere nel contrastare la bulimia da immaginario che imperversa e che ci spinge a ritenere vere cose che appaiono soltanto. L'escamotage epistolare è anche manifesto generazionale perché dimostra un'ansia prestazionale tipica di questo momento storico che genera contenuti unilaterali. Un esercizio didattico metafora di altri esercizi: le conversazioni su WhatsApp o le conversazioni social in generale. Il bisogno di scriversi addosso è tutto qui: intervenire nel contemporaneo dialogo tra sordi che è pratica di scrittura, pratica sociale, pratica culturale. Ventitré lettere e una risposta finale, quella decisiva. Decisiva perché l'insegnante che lascia non getta la spugna: resta un custode digitale, un rimotivatore, un intellettuale, un debunker, un addestratore... Riguarda tutti, motiva tanti, provoca alcuni.