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Paesaggio con chimere (altri apocrifi)

Riferimento: 9788877285409

Editore: A & B
Autore: Giudice Rocco
Collana: Euterpe
Pagine: 80
Formato: Libro rilegato
Data pubblicazione: 02 Febbraio 2024
EAN: 9788877285409
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Descrizione

Le poesie qui raccolte scaturiscono, con quelle confluite in Versi apocrifi e Salva in memoria, dalla cernita da un più vasto novero, composto, per la maggior parte, fra gli anni Settanta e il primo decennio di questo secolo. Scrittura, ma più ancora revisione o riscrittura hanno impegnato, del resto, solo in parte e per brevi periodi - in parallelo a altre scritture, di differenti contenuti, generi e forme - un così vasto arco di tempo che ha visto mutare molte cose e con esse, anche il senso di queste poesie agli occhi dell'autore, oltre l'impulso o intento che le aveva ispirate. Né potrebbe essere diverso, per quanto è avvenuto e per ciò cui assistiamo nell'epoca della riproducibilità non più solo dell'opera d'arte, ma della vita, del sequenziamento e manipolazione del genoma, con l'ingegneria genetica e la clonazione, le stampanti in 3d, la riduzione a logaritmo e replicazione elettronica del genio e l'I.A., il più inquietante degli ospiti, in vista del folle volo della singolarità e del salto mortale evolutivo verso il Transumanesimo. In ogni caso, poesie dovute a un impegno ricorrente e consapevole, estraneo a un esercizio ludico, a una prassi imitativa, a quello che in arte si chiama d'après. Il citazionismo, il recupero/restauro, il gusto per l'antiquariato o per l'anacronismo post-moderno, in cui modelli e patroni fanno da testimonial in remake ucronici, con voci in playback fuori sincrono, non hanno mai tentato l'autore. All'interno di una tradizione priva di delimitazioni cronologiche, si delinea un canone personale in cui - che si privilegi, di volta in volta, la forma aperta o quella chiusa, senza vincolarsi a suggestioni di stile, al di là dell'adesione a un linguaggio o alla mescolanza/contaminazione di stili e linguaggi - a decidere tutto è la parola. Si dice che la musica sia il linguaggio più alto perché va oltre le parole. Ma la poesia va con le parole oltre la musica, la rifà in sé. La poesia è la musica che manca alla musica per essere poesia. Nella poesia, perfino il silenzio è un'eco della musica che non ha bisogno delle note per esistere: l'assenza che illumina un mondo e non necessita di null'altro che andare oltre se stessa per essere il mondo che in essa si esprime: e solo così, solo diventandolo, potrà testimoniarlo, rivelandocene l'esistenza oltre la speranza di trovarlo, a dispetto della possibilità di giungervi... (J.P.E. Demmel).