Libro acquistabile con carte di credito e carte prepagate Postepay.

 

Libro acquistabile con Carta Docente.

 

Libro acquistabile con Carta Cultura Giovani e Carta del Merito.

 

Libro acquistabile in tre rate mensili Klarna.

 

Il costo del libro sarà addebitato solo all’avvio della consegna.

 

Scegli il punto di ritiro dei libri più comodo.

Mostre d'arte e cultura straniera a Firenze nella prima metà del Novecento

Riferimento: 9788846764713

Editore: Edizioni ETS
Autore: Giometti C. (cur.), Origlia R. (cur.)
Collana: Microstorie d'arte
Pagine: 184
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 28 Aprile 2023
EAN: 9788846764713
Non disponibile
18,00 €
IVA inclusa
Quantità

Descrizione

Con un taglio non solo storico-artistico, ma rivolto anche all'editoria e all'antropologia, il volume affronta il variegato tema delle esposizioni d'arte e cultura straniera a Firenze nella prima metà del Novecento. La città del giglio, scelta come luogo di studio e di residenza da molti forestieri, vide fiorire singole e collettive mostre di una generazione di artisti, come il belga Henry De Groux e il tedesco Karl Hofer, che con le loro opere riflettono la ricezione dei nuovi linguaggi d'avanguardia nei primi decenni del XX secolo. Sono stati scelti alcuni punti di osservazione privilegiati, quali la produzione a stampa esposta al padiglione della Polonia nella Prima Fiera Internazionale del Libro del 1922 e gli studi antropologici svolti nelle colonie italiane e resi noti con la Mostra dell'Etiopia italiana del 1936, fortemente voluta dal regime fascista. Si prosegue poi con un affondo su due mostre d'ampio respiro dedicate all'arte francese a Palazzo Pitti nel 1945 e a quella fiamminga e olandese a Palazzo Strozzi nel 1947 che permettono di misurare la rivalutazione storico-artistica di queste grandi scuole pittoriche e far conoscere, per la prima volta, la presenza cospicua in Italia di opere di questi maestri nelle collezioni pubbliche e private. Il volume si chiude con la mostra romana de Gli antichi pittori spagnoli del 1930 su cui divampò una violenta polemica che indusse Alessandro Contini Bonacossi e Roberto Longhi, promotori dell'impresa, a riparare a Firenze.