Libro acquistabile con carte di credito e carte prepagate Postepay.

 

Libro acquistabile con Carta Docente.

 

Libro acquistabile con Carta Cultura Giovani e Carta del Merito.

 

Libro acquistabile in tre rate mensili Klarna.

 

Il costo del libro sarà addebitato solo all’avvio della consegna.

 

Scegli il punto di ritiro dei libri più comodo.

Nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dell'Italia fascista in Europa (1940-1943) (Il)

Riferimento: 9788833914329

Editore: Bollati Boringhieri
Autore: Rodogno Davide
Collana: Nuova cultura
In commercio dal: 14 Febbraio 2003
Pagine: 586 p., Libro in brossura
EAN: 9788833914329
39,00 €
IVA inclusa
Quantità
Non disponibile

Descrizione

Con un drastico spostamento del punto di vista abituale -  dalla storia della Resistenza in Europa alla storia delle politiche di occupazione - Rodogno dimostra qui l'esistenza di un «progetto imperiale» fascista di dominazione del Mediterraneo: un progetto fondato sul ruolo centrale di Mussolini, capo carismatico di un regime totalitario, ma anche sul contributo rilevante degli organi civili e militari che ebbero la responsabilità di coordinarlo e attuarlo. Dopo aver illustrato il rapporto italo-tedesco - essenziale per comprendere le vicende che ebbero luogo nei territori occupati - l'opera mette in luce l'ideale fascista dell'«ordine nuovo» in un dopoguerra vittorioso, delinea il profilo degli italiani «conquistatori» ed esplora l'influenza dell'ideologia fascista, la percezione delle popolazioni civili, i processi d'interiorizzazione e di pratica della violenza. Nella seconda parte è approfondito sia l'aspetto delle relazioni tra autorità occupanti e governi dei territori occupati, sia lo sfruttamento economico, tema sul quale la storiografia italiana è in notevole ritardo rispetto a studi analoghi riguardanti il nazismo. È quindi analizzata l'italianizzazione coatta delle province annesse e - fatto generalmente ignorato - l'albanizzazione del Kossovo e della Macedonia occidentale. Lo studio della collaborazione e della repressione consente infine di operare una inedita ricognizione sui campi di concentramento per civili nei territori occupati, e soprattutto una revisione critica della controversa questione della politica nei confronti degli ebrei e dei rifugiati: gli italiani spesso non furono la «brava gente» dipinta da uno stereotipo ancor oggi radicato, e gli ebrei non consegnati alle autorità tedesche, croate o francesi che ne fecero richiesta, furono una minoranza, e non già persone salvate o protette, ma ostaggi delle decisioni di un regime agonizzante e delle difficili relazioni tra il junior e il senior partner dell'Asse.