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Emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul brasiliano (1875-1914). Fonti diplomatiche (L')

Riferimento: 9788893500081

Editore: Longo Angelo
Autore: Romanato Gianpaolo; Merlotti Heredia Vania Beatriz
Collana: Civiltà veneta nel mondo
Pagine: 817
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 18 Maggio 2018
EAN: 9788893500081
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Descrizione

La grande emigrazione dall'Italia di fine Ottocento coincise con la richiesta di emigranti da parte del Brasile, un Paese enorme, spopolato, poco coeso. Una parte di quanti arrivavano in Brasile dall'Italia furono smistati nel Rio Grande do Sul, il territorio più meridionale e abbandonato. Qui, nella zona di montagna, in un'area boschiva e disabitata, estesa approssimativamente come la Valle Padana, furono delimitate quattro zone coloniali, destinate esclusivamente ai nostri immigrati, dove affluirono, tra fine '800 e inizi del '900, più di centomila italiani, provenienti per la maggior parte dal Veneto. Erano contadini, artigiani, braccianti, molti analfabeti, tutti dialettofoni, che furono quasi abbandonati a se stessi. Per sopravvivere dovettero difendersi dagli animali selvatici, disboscare la foresta, costruire le case, avviare le coltivazioni, aprire delle strade, creare una rete commerciale. La solitudine rafforzò l'unione di questi coloni che da allora hanno conservato fino a oggi tutte le peculiarità dei primi arrivati, a partire dalla lingua: il dialetto veneto, che si è mescolato al portoghese e ha dato vita ad una koinè linguistica tutta particolare. Si tratta di un caso che ha pochi uguali nella storia migratoria, non soltanto italiana: un gruppo sociale che si è perfettamente integrato nel Paese d'arrivo, il Brasile, di cui oggi rappresenta l'élite, mantenendo però le caratteristiche e le particolarità del Paese d'origine e soprattutto della regione di provenienza, il Veneto. L'odissea di questa comunità fu seguita attentamente dalle autorità diplomatiche italiane. Le loro relazioni, apparse allora su pubblicazioni del Ministero degli Esteri, vengono qui riproposte integralmente, come testimonianza diretta e drammatica di una pagina di eroismi e sofferenze della quale possono andare fieri tanto l'Italia quanto il Brasile. Presentazione di Roberto Ciambetti.