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Quinta Germania. Un modello verso il fallimento europeo (La)

Riferimento: 9788861024250

Editore: LEG Edizioni
Autore: Poch-De-Feliu Rafael; Ferrero Àngel; Negrete Carmela
Collana: Presente/Passato
In commercio dal: 02 Novembre 2017
Pagine: 243 p., Libro in brossura
EAN: 9788861024250
22,00 €
IVA inclusa
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Descrizione

Un'analisi acuta e a tratti feroce della Germania, esaminata a partire dagli eventi difficili del Novecento e in particolare degli ultimi trent'anni, della sua politica estera e del ruolo europeo, della crisi della sinistra e della rivoluzione nel mondo del lavoro. Nella storia dell'Europa contemporanea ci sono state cinque Germanie. La prima è quella precedente all'Ottocento, un mosaico multinazionale che sopravvisse fino a Napoleone senza mai riuscire a diventare uno Stato. La seconda appare con l'unificazione bismarckiana e si estende sotto la guida prussiana fino al primo dopoguerra mondiale, con la sua problematica appendice repubblicana di Weimar. La terza Germania fu quella di Hitler e Auschwitz, un regime particolarmente tragico e nefasto, che rimase in vigore per dodici anni e si concluse con la fine della Seconda Guerra Mondiale. La quarta è la Germania divisa in due parti del secondo dopoguerra, posta sotto tutela delle potenze della Guerra fredda. A partire da quel passato, la quinta Germania nasce dalla riunificazione nazionale del 1990, con l'annessione della DDR da parte della Germania Ovest, ma inizia a manifestarsi solo adesso, con un uso pieno e normalizzato della sua recuperata sovranità e potenza. La principale novità che questa quinta Germania esibisce rispetto a quella precedente si compone di due elementi. Il primo è costituito dal suo ritorno, graduale ma deciso, a un interventismo militare nel mondo che cominciò negli stessi anni Novanta nei Balcani, e che oggi si estende ormai dall'Afghanistan all'Africa. L'altro elemento è costituito da una leadership europea, dogmatica e a tratti arrogante, utilizzata come uno strumento per imporre il programma di involuzione neoliberale promosso dagli anni Settanta da parte del mondo anglosassone, e che la crisi finanziaria del 2008 ha trasformato in un rullo compressore. Attualmente questa leadership mira ad approfondire la disuguaglianza, interna e tra i diversi Paesi, e a una disgregazione del progetto europeo.