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Il Caffé centrale a Mercato Saraceno

Riferimento: 9791259780539

Editore: Il Ponte Vecchio
Autore: Turci Edoardo Maurizio
Collana: Vicus. Testi e documenti di storia locale
Pagine: 192
Formato: Libro rilegato
Data pubblicazione: 09 Novembre 2021
EAN: 9791259780539
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Descrizione

Nel 1822 il primo caffettiere Giovanni Mazzotti, soprannominato Palmieri avviava a Mercato Saraceno il rito del caffè, entrando a far parte della vita quotidiana e sociale di tanti mercatesi. Quel primo Caffè sorto due secoli fa, diventerà in tempi successivi il Caffè del Teatro, e questo in ragione del fatto che verso la metà dell'Ottocento, nell'attuale municipio in un'ampia sala, aveva sede un teatro a cui si accedeva passando anche da questo locale pubblico. In quest'ottica i caffè - e non quelli definiti i frettolosi bar del giorno d'oggi - erano il luogo ove avvenivano incontri e dispute culturali, politiche, sociali, immaginando che ciò dovesse avvenire - forse con velleità - anche a Mercato Saraceno, alla stregua dei famosi caffè delle grandi città italiane. Poi il locale nel tempo cambiò denominazione, da Caffè Comunale a Caffè Centrale gestito ininterrottamente - a partire dal 1923 - dalla famiglia Bracciaroli. Da allora attorno al bancone si sono alternate tre generazioni: Emilio Bracciaroli il capostipite, il figlio Renzo e la moglie Rosanna (Rosi), poi il nipote Bruno con la moglie Patrizia, ancora in attività. Chi un tempo abitava a Mercato e per una qualche ragione ritorna, spesso racconta di quando il Caffè era considerato un'istituzione, pienamente integrato con la realtà locale. Allora ripercorrere le fasi riguardanti l'origine e l'evoluzione di questo Caffè significa tracciare, ad un tempo, storia del territorio e storia sociale perché nel tempo, assieme ad altri elementi caratteristici del luogo, questo locale pubblico è stato vettore di identità collettiva: oltre a rappresentare un pezzo di storia di Mercato, il Caffè Centrale ha saputo mantenere salde le radici accompagnando, nei momenti di svago e di serenità, il venire e l'andare dei passi di tante generazioni di mercatesi.