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Volgarizzamento veneto della «Vita rhythmica Mariae atque Salvatoris» secondo il ms. Oxford, Bodleian Library, Canon. It. 280 (I

Riferimento: 9788855269902

Editore: Ledizioni
Autore: Cornagliotti A. (cur.), Parnigoni L. (cur.)
Collana: Biblioteca di carte romanze
Pagine: 492
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 02 Agosto 2023
EAN: 9788855269902
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49,00 €
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Descrizione

Si pubblica il volgarizzamento veneto del poema latino Vita Rhythmica Mariae atque Salvatoris, conservato nel manoscritto Oxford, Bodleian Library, Canon. It. 280, databile alla seconda metà del sec. XV. Sulla base dell'analisi linguistica e contenutistica, per la prima volta si può scorgere in esso, come negli altri manoscritti rinvenuti, una tradizione veneta dipendente dall'opera latina assai diffusa in area germanica, che lo caratterizza come un testimone dell'intensa attività culturale tra l'Italia settentrionale e il mondo transalpino di quel secolo. L'edizione del ms. è corredata, oltre che da osservazioni filologiche e linguistiche, da puntuali note critiche, che rinviano ai testi eterodossi costituenti la base della fonte remota, ed anche ad opere ibride, a loro volta provenienti da narrazioni della tradizione greco-latina; ne risulta una ricca silloge di testi apocrifi intrecciati con i canonici, di leggende e di narrazioni rivolte al vasto pubblico di credenti soprattutto attraverso le omelie. Si possono qui indicare, come esempi, le tribolazioni di Gioachino e di Anna precedenti la nascita di Maria, la vita monacale di Maria bambina al tempio, le vicende infantili di Gesù in famiglia e nella società a lui contemporanea, le morti di Pilato e di Nerone, la lunga esposizione della Vindicta Salvatoris e infine il Transitus Mariae, per non citare che i più noti. Una particolarità è data dall'indicazione nominale del traduttore, pre' Guielmo da Padoa, che si presenta e interviene talvolta a commentare la narrazione. Infine, ancora più significativo e caratterizzante è il ricco corredo iconografico che, sebbene qui sia stato rivisitato solo per un terzo delle figure originali del manoscritto oxoniense, suggerisce l'incanto genuino di una Biblia Pauperum immaginata dalla fantasia popolare, attraverso episodi sconosciuti al lettore moderno, ma sicuramente in sintonia con la bassa e media classe religiosa e mercantile veneta della seconda metà del Quattrocento.