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Passeggiate con Dante a Bologna

Riferimento: 9788869238048

Editore: Bononia University Press
Autore: Brunetti Giuseppina
Pagine: 48
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 04 Giugno 2021
EAN: 9788869238048
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Descrizione

Se Firenze madre di poco amore conserva nel suo perimetro urbano originario («la cerchia antica», Pd. XV, v. 97) il punto in cui sorgevano le case degli Alighieri, dove Dante nacque, e se Ravenna ne protegge ancora l'ultima dimora terrena su una cui epigrafe («parvi Florentia mater amoris») si ricordava appunto quella negligenza fiorentina, durevole, la ferita dolorosa dell'esilio, non vi è forse altra città se non Bologna ove è ancora possibile rintracciare nel tessuto cittadino tanti vasti ricordi di nomi e avvenimenti 'danteschi': la prima e più antica poesia sopravvissuta dell'Alighieri, nota precocemente ai notai bolognesi, scritta per e nella città felsinea parla infatti della più celebre delle sue antiche torri, la Garisenda, mentre uno degli ultimi testi scritti da Dante, in latino, rispondeva proprio all'invito a tornare a Bologna dove un'ancora non riconosciuta Testilide (glielo mandava a dire, in versi, il professore dell'Università Giovanni del Virgilio) lo avrebbe accolto preparandogli un'ospitalità amicale, allietata da semplici piaceri: un giaciglio profumato di mirto selvatico e, naturalmente (se non la mortadella) pietanze odorose di funghi conditi con aglio e pepe in polvere («Testilis hec inter piperino pulvere fungos / condiet, et permixta doment multa allia»). Bologna è stata costantemente presente nella fantasia e nell'opera di Dante e a Bologna è possibile ancora riconoscere, camminando per le strade del centro, alcune forme del paesaggio che Dante stesso dovette vedere sin da giovane: le mura antiche che si possono scorgere in città - ad esempio: un bel frammento della seconda cerchia, pressoché intatto, è nei pressi della nostra gloriosa Università, l'attuale Piazza Verdi/via Zamboni - oltre alla già citata torre, paragonata per altezza e forma vertiginosa all'aspetto del gigante Anteo, piegato sui Dante e Virgilio passeggeri nel fondo cupo dell'Inferno (Inf. XXXI). Dall'Introduzione