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Regola di vita fraterna e orante

Riferimento: 9788887749489

Editore: Jabbok
Autore: Pagana Giuseppe
Pagine: 280
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 11 Luglio 2024
EAN: 9788887749489
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Descrizione

Determinata dal desiderio della fraternità e dall'entusiasmo di praticare il Vangelo e nient'altro, la Regola di vita fraterna e orante è un tracciato per chi è alla ricerca di Dio: dell'autenticità della propria umanità e del senso della propria esistenza, che orienta lo sguardo verso l'Alto, divenendo necessaria prospettiva. È un solido itinerario a supporto dell'umano - ideale e spirituale -, ma a elevato rischio d'incoerenza: un tentativo attuabile - non utopistico -, però al limite del fallimento se non radicato nella Verità: unica Via per praticarla nel vissuto concreto, quotidiano. È utile, perché: è un sollecito all'attesa disponibile: a decentrarsi dall'io, per abbandonarsi a Dio; è uno spazio desistente e accogliente: dispone all'Inaspettato e al Sorprendente; è una concreta possibilità: prelude a una dimensione per cui vale davvero il tentativo di rischiare. Questa Regola di vita fraterna e orante risponde a un bisogno permanente e imperituro, maggiormente in un tempo di modernità liquida: intermedio, provvisorio e incompiuto, caratterizzato da incertezza e vulnerabilità per il futuro - in apparenza senza speranza - e da un degradante livellamento culturale: fluttuante tra ignoranza e mediocrità, inondato da frastuono e fracasso, sommerso da assordante strepito, avido di visibile clamore; vanità che suscitano ansia di protagonismo e smania di apparenza - fosse anche per un breve momento -, che causano ostinato affanno - mai risolutivo - per soddisfare bisogni non essenziali, per attrarre approvazione e per ottenere successo. La Regola di vita fraterna e orante è l'alternativa controcorrente in cui il Vangelo e nient'altro che il Vangelo rimane il proprium per ogni discepolo: la suprema autorità, l'unica da seguire e a cui obbedire, la sola fonte di chiaro discernimento, tendente a una vita che si fa liturgia e a una liturgia che si fa vita: lasciandosi sorprendere dall'imprevedibile e stando insieme ai fratelli che condividono lo stesso anelito. Infatti, a parte l'altrimenti incomprensibile irragionevolezza del celibato - fondamento discriminante proprio del monaco che l'accoglie come dono di Dio, e che non dev'essere ridotto a una condizione di libertà da vincoli affettivi e familiari, ma dev'essere efficace segno di un'assiduità con il Signore, senza divisioni né distrazioni - nulla di ciò che riguarda la realtà monastica è estraneo al desiderium della vita cristiana e al propositum di conoscere Dio e di vivere l'assiduità con Dio senz'allontanarsi dall'uomo e dalla fatica del vivere. Il radicalismo del dettato biblico può certo demoralizzare, però facilita l'unificazione di mente e cuore fino all'unicum necessarium: comprendere il progetto del Signore, accoglierlo e davvero tentare di realizzarlo, senza svuotare con il fare l'essenziale contenuto del Vangelo, in modo che sia il Vangelo il senso d'ogni servizio e il servizio coerente testimonianza del Vangelo: «la via di Dio secondo verità» (Mt 22,16; Mc 12,14; Lc 20,21). Questa Regola di vita fraterna e orante può essere una refrigerante provocazione per tutti coloro che già vivono la vita cenobitica e pure una sfida per tutti i cristiani, affinché approfondiscano i fondamenti biblici d'una sincera ricerca del Signore, e - con ponderata appropriazione del criterio - della risoluta e risolutiva pratica del Vangelo. In realtà, oltre a un'esperienza integralmente umana e biblicamente fondata, ciascun principio della Regola di vita fraterna e orante costituisce un chiaro segno di speranza per chi non ha ancora rinunciato a credere in un avvenire con Dio e in Dio, poiché permette - a chiunque rifletta seriamente sulla caducità del mondo e delle cose del mondo senza lasciarsi opprimere dalle preoccupazioni quotidiane che distolgono il cuore dall'essenziale - di essere già pur non ancora in Dio e mai separato da Dio. Testi biblici della Bibbia della CEI «editio princeps» 2008.