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Scuola rapita. Il covid e la dad. Il disastro educativo italiano (La)

Riferimento: 9791259840172

Editore: Armando Editore
Autore: D'Errico Stefano
Pagine: 630
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 19 Agosto 2021
EAN: 9791259840172
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Descrizione

Dalla carta dei servizi dell'industriale Lombardi (ministro nel 1995), con lo studente cliente e le lettere anonime per valutare gli insegnanti, tutto è diventato normale. Normale, con Berlinguer, pareggiare lacune in matematica con crediti in educazione motoria, la Gelmini che s'inventa un inesistente tunnel dei neutrini e la Fedeli, diplomata con un titolo triennale. Giacché per l'istruzione investono meno di noi solo Slovacchia, Romania e Bulgaria, con l'80% degli istituti fuori-norma sulla sicurezza e l'obbligo più basso d'Europa, si punta sul liceo scientifico a 4 anni e senza il latino. Un terzo degli insegnanti di sostegno non è specializzato. S'impedisce solo ai sindacati di base il diritto di assemblea durante le elezioni per la rappresentatività e s'impone a tutti i pensionati l'iscrizione ai sindacati di partito. Una riforma chiamata Buona Scuola demansiona abilitati per latino e greco a far supplenze nelle primarie, e destina un professore di matematica dove ne serve uno di lettere. Per l'a.s. 2020/21, con la pandemia, il Ministero ha validato ancora le classi pollaio (anche con più di 30 alunni), senza calcolare neppure il tasso di ripetenza ed adotta come unica misura la distanza di un metro fra bocca e bocca, quando il Belgio impone un massimo di 10 alunni a 4 metri l'uno dall'altro e Germania e Regno Unito gruppi di 15 più una separazione di 2 metri (prevista anche in Spagna). Infine la didattica a distanza durante il lockdown ha escluso il 30% degli alunni (dato Istat), ma alla riapertura viene riproposta nei piani dell'offerta formativa per 3 anni. Per non assumere un numero adeguato di docenti e collaboratori e non potenziare i mezzi di trasporto, si favorisce il contagio, si sono tenute aperte scuola dell'Infanzia, Primaria e Media con 25 alunni in 30 metri quadri e nelle scuole superiori si lasciano a casa gli studenti due o tre giorni a settimana. Così è stata (e viene) distrutta la scuola.