Libro acquistabile con carte di credito e carte prepagate Postepay.

 

Libro acquistabile con Carta Docente.

 

Libro acquistabile con Carta Cultura Giovani e Carta del Merito.

 

Libro acquistabile in tre rate mensili Klarna.

 

Il costo del libro sarà addebitato solo all’avvio della consegna.

 

Scegli il punto di ritiro dei libri più comodo.

Ricerche sul «Consiglio di Stato e dei Memoriali» degli Stati sabaudi. Percorsi fra equità, diritto e politica (secoli XVI-XIX )

Riferimento: 9788892114876

Editore: Giappichelli
Autore: Francesco Aimerito
Collana: Futuro anteriore
Pagine: 332
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 05 Aprile 2018
EAN: 9788892114876
Non disponibile
42,00 €
IVA inclusa
Quantità

Descrizione

Il Consiglio distato e dei Memoriali del Regno di Sardegna, così ufficialmente denominato nel 1749, costituisce l'evoluzione d'un preesistente Consiglio di Stato riorganizzato intorno al 1559, a sua volta erede del medievale Consilium cum domino dei Duchi di Savoia. In linea di principio, esso doveva consigliare e all'occorrenza coadiuvare il principe in tutti gli atti di governo di particolare importanza, fossero essi di natura politica, giurisdizionale o legislativa. La pratica di governo autocratica della dinastia determinò tuttavia un progressivo appannamento del suo ruolo politico, mentre ne rimase in stato di costante operatività - sino al 1831 - la 'sezione giuridica': un corpo polifunzionale di giuristi - i Referendari - posti agli ordini del Gran Cancelliere, prima carica della monarchia, anch'esso giurista. Destinato a generali funzioni di consulenza giuridica, l'attività primaria e quotidiana di quest'organo fu, lungo tutto il corso della sua storia, soprattutto quella dello studio e della relazione al principe dei ricorsi/suppliche ad esso direttamente indirizzati: i memoriali, donde il nome di Consiglio dei Memoriali assunto nella prima metà del '700. Questi ricorsi consistevano in massima parte in richieste di deroga in via di grazia a specifiche previsioni del diritto positivo, ed involvevano in quanto tali l'esercizio d'una prerogativa riservata esclusivamente al principe, secondo le modalità tipiche della giustizia ritenuta: in linea di principio, il Consiglio doveva verificare se, nei singoli casi, sussistesse una iusta causa idonea a giustificare l'esercizio da parte del sovrano delle proprie eccezionali e riservate potestà derogatorie. Si perpetuarono così per secoli, nel cuore dell'apparato di governo della monarchia, le teorie sulla absoluta potestas del princeps elaborate dai giuristi medievali.