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Il mandato fiduciario italiano in Somalia (1950-1960). Politiche, pratiche e prospettive

Riferimento: 9788833657592

Editore: Nuova Cultura
Autore: Rossi Emanuele R.C.
In commercio dal: 03 Marzo 2025
Pagine: 106 p., Libro in brossura
EAN: 9788833657592
17,00 €
IVA inclusa
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Descrizione

Il presente lavoro fornisce un'analisi critica dell'Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia (Afis), mandato decennale, dal 1950 al 1960, con cui la comunità internazionale delegò l'Italia a traghettare verso l'indipendenza quella che fino a poco tempo prima era stata una nostra colonia. Oltre all'indipendenza politica, l'Afis ebbe altri obiettivi quali lo sviluppo economico della Somalia, l'avanzamento sociale e culturale della popolazione, la creazione di infrastrutture durature. In un periodo cruciale come l'immediato dopoguerra, la giovane e ancora fragile repubblica d'Italia, volle rimettersi in gioco forzando la mano in un esperimento senza dubbio più grande delle sue potenzialità. Ma la voglia di cancellare il recente passato scomodo e, ancor di più, quella di recuperare la credibilità agli occhi del mondo, furono più forti della reale preparazione necessaria per affrontare una sfida così delicata. L'Italia entrò così, nuovamente, in una nazione arretratissima, strutturata su base tribale, in cui la popolazione era principalmente analfabeta e dedita all'allevamento. Due lustri dopo, a parte gli interessanti passi avanti fatti dall'Afis nel campo dell'istruzione, la situazione non sembrò cambiata di molto. Analizzando l'esperienza dell'amministrazione fiduciaria, la ricerca in oggetto racconta anche quella che è stata la storia del colonialismo italiano, a partire dal missionario ligure Giuseppe Sapeto - che nel 1885 acquistò per conto del Regno d'Italia la baia di Assab, in Eritrea, che fu il primo possedimento italiano oltre i confini peninsulari - fino ad arrivare ai primi governi repubblicani. Tutti i governi susseguitisi in questo lasso temporale, misero la conquista dei territori oltremare al centro della loro politica, sia per stare in linea con le grandi potenze europee che per rispondere alle esigenze interne. Nessuno, però, seppe trasformare realmente questa esigenza in un'opportunità concreta.