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Letteratura gastronomica del meridione d'Italia

Riferimento: 9788849711493

Editore: Salento Books
Autore: Avano Gennaro
Collana: Entropie
Pagine: 166
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 26 Aprile 2018
EAN: 9788849711493
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Descrizione

Gennaro Avano presenta la letteratura e la tradizione gastronomica meridionale come la storia di una condivisione, cui tutte le anime di quello che fu il Regno di Napoli (e oltre) presero parte. L'analisi si sviluppa su un piano geografico e temporale, osservando l'evoluzione e le caratteristiche della gastronomia nei diversi territori provinciali e nel corso delle epoche storiche, dal periodo antico e medievale fino a quello moderno e contemporaneo. Si scoprono così ricette che nel corso del tempo hanno cambiato denominazione e ricorrono quindi nella storia gastronomica con titoli ingannevoli rispetto alla nostra attuale idea di quei piatti: è il caso ad esempio della pizza, che nel vocabolario cinque-seicentesco era qualcosa di simile a una crostata o a una torta; e della classica salsa di pomidoro, molto diversa da come la prepariamo oggi. Trova spazio in questo contesto l'esame di documenti letterari quali il poema Gastronomia del filosofo epicureo Archestrato di Gela (IV secolo a. C), il De re coquinaria di Marco Gavio Apicio (Il secolo a. C.) e il Liber de Coquina di anonimo napoletano, risalente all'età angioina. Dal Seicento in avanti, con la nascita di una vera e propria editoria gastronomica meridionale, compaiono poi opere quali La Lucerna de' Corteggiai (1634) di Giovan Battista Crisci e Lo scalco alla moderna di Antonio Latini (1692-94), fino alla vasta produzione del grande gastronomo salentino Vincenzo Corrado, autore di testi quali Il cuoco galante (1773) e Del cibo pitagorico (1781), senza dimenticare Cucina teorico-pratica (1837) di Ippolito Cavalcanti. L'ultima parte del volume è focalizzata sulla percezione della gastronomia meridionale all'estero negli ultimi due secoli e prende in esame le citazioni che di questa cucina sono presenti nelle opere di autori stranieri quali Marie-Antoine Carème, Auguste Escoffier e Ferran Adria. Prefazione di Antonella Laudisi. Introduzione di Antonio Attorre.