Libro acquistabile con carte di credito e carte prepagate Postepay.

 

Libro acquistabile con Carta Docente.

 

Libro acquistabile con Carta Cultura Giovani e Carta del Merito.

 

Libro acquistabile in tre rate mensili Klarna.

 

Il costo del libro sarà addebitato solo all’avvio della consegna.

 

Scegli il punto di ritiro dei libri più comodo.

Crisi della cultura cristiana nel XIII secolo e il neo agostinismo della Scuola Francescana in San Bonaventura (La)

Riferimento: 9788830693456

Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Autore: Brugnera Licia
Collana: Nuove voci. I saggi
Pagine: 174
Formato: Libro in brossura
Data pubblicazione: 06 Maggio 2024
EAN: 9788830693456
Disponibile subito
15,90 €
IVA inclusa
Quantità

Descrizione

Nel XIII secolo, di fronte al grande pericolo rappresentato dalla Weltanschauung della filosofia aristotelica, in che modo il Dottore Serafico si propone di impostare il sapere cristiano? Si tratta di assimilare simpliciter tale filosofia volgendone i contenuti verso fini cristiani, o si tratta piuttosto di analizzarne la portata in rapporto al fine stesso? La filosofia di Aristotele ha aperto nuovi problemi. Non si tratta soltanto di separazione tra scienza profana e scienza sacra in quanto al metodo, ma di separazione tra due scienze che pretendono entrambe di porsi come sapere integrale. Ciò che desta particolarmente la preoccupazione in San Bonaventura è la pretesa, da parte della filosofia, di porsi come visione assoluta del mondo e della vita. Nel contesto della cultura del XIII secolo non si può più parlare di adattamento della cultura pagana ai fini cristiani. Per San Bonaventura, Agostino e Aristotele non vogliono solo significare due sistemi filosofici diversi. Agostino e Aristotele assumono ora la figura di due culture diverse, di due Weltanschauung opposte. Il conflitto Agostino-Aristotele rappresenta, per il dottore serafico, il conflitto fra due interpretazioni del destino dell'uomo. Decidere a favore di Aristotele o a favore di Agostino significa scegliere fra due filosofie: l'una che attribuisce alla ragione la capacità di raggiungere l'ultima verità senza bisogno di appellarsi a Dio, l'altra che - riconoscendo alla ragione i propri limiti - afferma la necessità di chiedere alla fede l'ultima parola.